Il moderato Claudio Corrarati diventa il primo sindaco di centrodestra nella storia della città: a premiarlo il voto delle periferie, il tema sicurezza e il posizionamento degli autonomisti
Per anni Bolzano aveva una sorta di naturale allergia con tutto quello che aveva a che fare con la destra, anche lontanamente. Nel capoluogo dell’Alto Adige, il fascismo aveva lasciato una ferita più forte che altrove. Parte della popolazione tedesca era stata costretta a scegliere se convertirsi forzatamente alla cittadinanza italiana – con tutti i suoi risvolti simbolici – o partire per raggiungere il Terzo Reich. L’architettura fascista in città rimane come una ferita che sembra costantemente visibile.
Sono però passati più di ottant’anni e dopo il ballottaggio di domenica, 18 maggio, è crollato anche questo ultimo pilastro. Il motivo è facile da spiegare: le condizioni sono cambiate da tempo, e ovviamente il nuovo sindaco di centrodestra – Claudio Corrarati – ha tutto l’interesse nel prendere le distanze da quel passato lontano.
È un candidato per molti aspetti moderato: «Abbiamo vinto perché la città cercava un cambiamento», ha dichiarato, come riporta il giornale locale Salto.bz. «Siamo stati tacciati di essere una nuvola nera sulla città. Ma voglio ribadire che non è così».
Non c’è dubbio però che abbia vinto avendo la parola “sicurezza” come grande caposaldo. Una città che un tempo era vista come baluardo dell’ordine e della legalità, da qualche tempo è percepita in modo diverso. Ci sono stati episodi di microcriminalità, che forse altrove avrebbero meno enfasi, ma che qui hanno assunto grande visibilità, soprattutto lontano dal centro.
Corrarati è dunque il primo sindaco di centrodestra a Bolzano, soprattutto grazie al voto delle periferie. Ha ottenuto il 51,03 per cento delle preferenze, ovvero 708 voti in più di Juri Andriollo, candidato del centrosinistra. Corrarati era avanti anche nel primo turno, ma con un margine maggiore. Nella notte elettorale è sempre stato in vantaggio, poi ad un certo punto il distacco ha iniziato ad assottigliarsi, in uno spoglio carico di tensione. Ma il sorpasso non è mai riuscito.
L’analisi del voto
Per capire qualcosa di più di questa vicenda, è dunque utile guardare alla geografia del voto. Ci sono interi quartieri, più centrali e storicamente legati all’Svp (il partito degli autonomisti sudtirolesi), dove il centrosinistra è andato meglio. Invece, nei quartieri a maggioranza italiana il centrodestra ha vinto e in alcuni casi stravinto.
Il posizionamento degli autonomisti è dunque un altro tema centrale di questa elezione. Da qualche tempo, l’Svp ha generalmente virato verso destra, allineandosi con i partiti forti a livello nazionale. È probabile che entrerà nella giunta di centrodestra a Bolzano, anche se dopo il primo turno aveva deciso di non schierarsi e di dare libertà di voto.
Sicuramente ha iniziato una luna di miele con Giorgia Meloni, a livello nazionale. La presidente del Consiglio ha concesso in cambio la revisione dello Statuto d’Autonomia, che inizierà presto la discussione parlamentare, con l’idea di concedere presto nuove competenze alle due province di Trento e Bolzano.
Allo stesso tempo, la logica degli autonomisti è sempre stata di lasciare alle sezioni locali una propria autonomia. Così, a Merano, seconda città dell’Alto Adige per numero di abitanti, la nuova sindaca – Katharina Zeller – ha vinto in un’alleanza in cui invece l’Svp è con il centrosinistra.
Cosa sarebbe successo a Bolzano se l’Svp avesse appoggiato convintamente Corrarati? O se fosse stato scelto un candidato diverso, più di rottura rispetto al passato? La storia non si fa con i “se”, ma la politica non può non tenerne conto.
Destini diversi
Chiunque visiti Bolzano ha la sensazione di essere in un mondo a parte, che ha regole sue. Succede un po’ a tutto l’Alto Adige per motivi storici, sociali e culturali: ma anche pensare che il capoluogo sia uguale al resto della provincia sarebbe sbagliato. La città ha regole tutte sue, anche nella convivenza fra italiani e tedeschi.
Così, una delle notizie di queste elezioni è che alcune dinamiche locali ricordano ormai, in maniera speculare, quelle di altre città. C’è appunto il già accennato tema della sicurezza, che spesso coincide con quello della difficile integrazione dei migranti.
C’è poi un grosso tema di caro affitti, che ha reso il problema della casa diffuso a più livelli. A Bolzano c’è un’università giovane, fondata nel 1997, ma che attira sempre più studenti grazie a corsi innovativi, con un ponte naturale verso il centro Europa. Anche questo sogno di una città più giovane e orientata al futuro si scontra con il problema degli alloggi.
Ma gli studenti, se fuorisede, non votano, e quindi il segno del cambiamento risente più di altre dinamiche. A partire dall’appoggio dato a Corrarati di intere categorie, come gli artigiani e i commercianti. Di certo, a livello nazionale il centrodestra fa presto a celebrare il risultato storico di Bolzano come una grande vittoria.
Anche se, pochi chilometri più a sud, in Trentino, proprio il centrodestra sta vivendo una delle sue crisi peggiori. Il consiglio dei ministri ha deciso di stoppare la nuova legge provinciale che avrebbe permesso al leghista Maurizio Fugatti di candidarsi per un terzo mandato. Lo ha fatto con una divisione interna che ha contrapposto clamorosamente Lega e Fratelli d’Italia.
Ma, in fondo, chiunque conosca il Trentino Alto Adige sa che quello che succede a Bolzano molto spesso non rispecchia quello che succede a Trento.
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