La libertà di stampa, in Italia, continua a versare in condizioni sempre peggiori. Il Liberties’ Media Freedom Report 2025 che indaga la situazione in 21 stati europei rivela che il mercato ha problemi per quanto riguarda la trasparenza in fatto di proprietà dei media, ma sottolinea anche come l’indipendenza del servizio pubblico sia messo a rischio.

Dal testo emerge anche un alto numero di attacchi verbali nei confronti di giornalisti: aggressioni che hanno avuto luogo soprattutto online e durante manifestazioni. Spesso, si tratta di attacchi portati avanti da politici e dai loro sostenitori. Ma la violenza che subiscono i giornalisti è anche fisica, si legge nel report. E poi, le querele temerarie, che – scrive Liberties’ Media Freedom – rimangono un problema in diversi paesi, tra cui anche l’Italia, che spicca anche per molestie alle giornaliste.

«Le problematiche legate alla libertà di stampa e all'indipendenza dei media rimangono tutte lì, anzi in certi casi c'è stato un peggioramento» dice la presidente della commissione Vigilanza Rai Barbara Floridia. Intanto, è stato convocata per l’8 maggio una nuova seduta in cui si tenterà – verosimilmente senza successo com’è successo finora, quando la destra disertava gli appuntamenti – di eleggere il nuovo presidente della Rai

Rischio concentrazioni

Più nello specifico, il report indica come problematica l’acquisizione fallita dell’Agi da parte di Antonio Angelucci, senatore e proprietario di Giornale, Libero e Il Tempo: il documento ripercorre la vicenda dell’opposizione interna della redazione all’acquisizione e alla direzione di Rita Lofano, considerata vicina a Mario Sechi, ex portavoce di Giorgia Meloni e direttore di Libero. In generale, però, le proprietà dei media in Italia secondo il report non sono ben comunicate e spesso chi davvero ha in mano i fili delle testate è difficile da individuare, «aumentando ulteriormente il rischio di una concentrazione e possibili legami nei confronti di interessi politici o di altra natura». 

Il servizio pubblico

Il report solleva anche diverse preoccupazioni sullo stato di salute della Rai, «la cui governance e il cui sistema di finanziamento attualmente la rendono vulnerabile alle interferenze politiche». Il riferimento è alla legge Renzi, che continua a essere in contraddizione con l’Emfa e andrebbe adeguata entro agosto 2025 per evitare la procedura di infrazione. Incurante dei due ricorsi presentati nel 2024, si legge, il nuovo consiglio d’amministrazione si è installato alla guida dell’azienda il primo ottobre. «I giornalisti Rai devono fare fronte a pressioni politiche e autocensura senza precedenti»: come esempio viene citato il caso Scurati, ma si parla anche dello sciopero Usigrai del 6 maggio 2024 e degli Stati generali del servizio pubblico, che però non hanno arrestato l’ansia di occupazione della destra. 

La violenza e le querele

Altro focus, quello sulla violenza fisica nei confronti dei giornalisti: in Italia, gli attacchi su chi stava facendo il suo mestiere sono stati oltre 130. Il report cita il caso di Andrea Joly, attaccato a luglio 2024 da un gruppo di neofascisti torinesi di CasaPound. Dopo l’aggressione, il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva commentato che però il giornalista avrebbe fatto meglio a identificarsi e si era chiesto se la presenza del giornalista alla riunione fosse una coincidenza. 

Secondo il documento, poi, ben 17 delle 44 azioni legali nei confronti di giornalisti presentate nel 2024 sono state opera di funzionari pubblici. L’Italia si classifica prima nella classifica dei paesi in cui viene presentato il maggior numero di Slapp, querele temerarie nei confronti dei giornalisti. Viene citato il caso del ministro delle Imprese Adolfo Urso che ha querelato Il Foglio e Il Riformista per cifre dai 250.000 ai 500.000 euro. Daniela Santanchè, invece, aveva chiesto 5 milioni di euro in danni all’Espresso. 

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