«Perché, anche quando si parla di percorsi di fuoriuscita dalle violenze, dobbiamo essere fortunate a nascere nel luogo giusto?». L’onorevole Gilda Sportiello (m5s) ha terminato così il suo intervento alla camera con cui ha presentato un’interpellanza urgente alla ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella sul reddito di libertà. Citando le inchieste di Federica Pennelli, pubblicate a più riprese da Domani, l’onorevole Sportiello ha chiesto alla ministra di rispondere in merito alle criticità evidenziate dagli articoli. «A causa dei vostri ritardi per l’emanazione dei decreti del Reddito di libertà, ci sono state tante donne che hanno fatto richiesta e non si sono viste riconoscere il beneficio che spettava loro. Si lavora finché non si ottiene quell’obiettivo. E voi non lo state facendo».

Ma non solo, la deputata ha anche fatto notare, riprendendo gli articoli di Domani, che i dati Inps sulle domande di reddito di libertà, accolte o meno, sono molto parziali perché mancano i dati relativi al numero complessivo delle domande presentate. E ancora: «Il Reddito di libertà raggiunge una cifra massima di 500 euro mensili, sfido chiunque di voi a pensare che una donna vittima di violenza, che denuncia, per recuperare la propria autonomia possa pagare l’affitto, provvedere ai suoi figli, rimettersi nel mercato del lavoro».

Riprendendo le inchieste pubblicate da Domani, l’onorevole Sportiello ha, infatti, fatto notare come come il reddito di libertà sia stato integrato solo con propri finanziamenti solo da 4 regioni su 21.

La risposta all'interpellanza non è arrivata dalla ministra Roccella, bensì da Andrea Abodi, ministro dello sport e dei giovani.

«Quando mi si dice - ha risposto Sportiello - che c’è grande attenzione sul tema delle violenze di genere da parte di questo governo mi si rizzano i capelli sulla testa. L’unica misura che avete attuato è una misura che riconosce la violenze di genere solo quando siamo morte. Se non sapete che la violenza economica è violenza di genere, abbiamo un problema enorme».

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