Il presidente al Campus Onu di Torino all’apertura dell’anno accademico della Scuola di formazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro torna sui temi cari ai sindacati. La coincidenza è casuale ma significativa. Tutt’altro che casuale la citazione di Leone XIV, che ha offerto la Santa Sede per la difficile mediazione fra Russia e Ucraina.
La mancanza di accesso a un «lavoro degno» è spesso la più «autentica spiegazione» ai «complessi fenomeni migratori cui assistiamo». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parla all’apertura dell'Anno accademico della Scuola di sviluppo del Centro internazionale di formazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro, al Campus Onu di Torino, e il tema da affrontare è istituzionale e quindi d’obbligo. Ma quando si tratta del presidente, conta il “come” lo fa.
E il presidente tocca temi generali, ma di stretta attualità. Innanzitutto spiega che il «lavoro degno» è anche una risposta ai fenomeni migratori.
Poi sottolinea che l’Oil è attuale e necessaria perché è un’organizzazione «a presidio dei diritti dei lavoratori in un contesto in cui le sfide si moltiplicano» perché «il rischio di nuove diseguaglianze, di nuove marginalizzazioni, è quanto mai attuale».
La giustizia sociale non è un optional
«La giustizia sociale non è un obiettivo facoltativo o realizzabile in contesti nazionali ristretti», continua il presidente, «ma una condizione imprescindibile per la pace, la stabilità e dunque per il progresso» e «non può esserci pace duratura senza salari equi, senza protezione sociale e senza rispetto della libertà sindacale, principi anche alla base della nostra convivenza civile». Immancabile il riferimento diretto alla Costituzione italiana che, ricorda Mattarella, «delinea con chiarezza un modello di società in cui il lavoro è al tempo stesso fondamento della Repubblica, strumento di realizzazione personale e leva, appunto, di giustizia sociale».
Con Leone e con l’Onu
La coincidenza di tempi con la battaglia per i referendum sindacali è casuale, va da sé, ma la convergenza dei temi non può non essere significativa. Appare assai meno casuale la citazione delle parole di Leone XIV, il nuovo pontefice, che a sua volta cita Sant’Agostino: «I tempi siamo noi e vi troviamo quello che vi mettiamo, quello che costruiamo direttamente noi». Il tono è alto, e prescinde dalle contingenze. Che però anche in questo caso sono significative: due giorni il Vaticano si è messo a disposizione di una mediazione difficile, quella per la pace fra Russia e Ucraina, «Incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo», «i nemici si incontrino e si guardino negli occhi».
Mattarella ha anche ribadito «piena adesione» all’Onu, nel momento del minimo storico del suo prestigio internazionale, e in cui gli Stati uniti di Trump abbandonano molte istituzioni multilaterali: «Le Nazioni unite sono l'unica vera organizzazione universale nata per preservare nelle sue varie articolazioni e forme la pace e la convivenza».
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