Care lettrici, cari lettori

oggi è il giorno dell’anniversario della strage di Capaci del 1992, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta. Domani lo vuole ricordare con un video podcast dal titolo “Il nemico”, con il nostro Attilio Bolzoni che, con Giorgia Furlan e Francesco Trotta, raccontano l’Italia, la mafia e il potere.

Bolzoni ci regala anche un commento a questo anniversario, che lui definisce «del risentimento di Stato».

Intanto, la settimana della giustizia ha avuto al centro una storica sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la norma della legge 40 che riguardava le coppie lesbiche con bambini nati da Pma all’estero. Entrambe le donne potranno essere riconosciute come madri fin dalla nascita.

E’ stata però anche la settimana di Garlasco, con una indagine riaperta e un circo mediatico che ha rimontato i tendoni nella cittadina lombarda. Ne ho scritto qui, cercando di capire che ruolo ha la giustizia dei tribunali rispetto a quella dei media.

La geografia giudiziaria

Si sta muovendo a passi lenti ma inesorabili la riforma della geografia giudiziaria di cui molto si è parlato in passato. In particolare, sembra arrivata al punto di svolta la creazione del tribunale della Pedemontana, da aprire nella sede soppressa di Bassano del Grappa. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ricevuto una delegazione composta tra gli altri dal presidente della provincia di Vicenza, Andrea Nardin, dal sindaco di Bassano del Grappa, Nicola Ignazio Finco, dal presidente del comitato Tribunale della Pedemontana, Francesco Savio.

«Il ministro ha comunicato l'approvazione del Tribunale di Bassano e ha assicurato l'imminente presentazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge relativo. Dal canto suo, la delegazione ha espresso "viva soddisfazione nei confronti del ministro Nordio, dopo ben tredici anni di richieste disattese dalla politica verso le richieste dei nostri territori"», si legge nella nota del ministero.

Non solo, il sottosegretario Andrea Delmastro ha promesso che verranno stabilizzati anche i tribunali abruzzesi e isolani: «Abbiamo assicurato la proroga per consentire la calendarizzazione delle udienze. Sono terminate le audizioni in Senato. Dopo l'estate partirà l'avvio dell'iter e non terminerà la legislatura senza la stabilizzazione dei quattro tribunali abruzzesi e di quelli isolani», con riferimento a Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto. 

Nelle intenzioni del governo ci sarebbe anche quella di ridisegnare anche i distretti di corte d’appello, aprendone almeno una nuova in Veneto, dove attualmente il tribunale di secondo grado è presente solo a Venezia.

L’ufficio del processo

Il viceministro Francesco Paolo Sisto ha garantito l’impegno a stabilizzare personale ufficio del processo: «Il nostro obiettivo è arrivare il più possibile a una stabilizzazione all’interno di quelle 6 mila unità di personale che oggi possiamo permetterci, ed oltre. Abbiamo chiesto alla funzione pubblica, per esempio, un concorso da 2600-2800 posti per cancellieri di area seconda, e in questo concorso valorizzeremo l’esperienza dei partecipanti all’ufficio per il processo. Poi altri mille posti potrebbero arrivare dalla rimodulazione degli organici».

La banca dati della Dna

Il ministero ha destinato più di un milione di euro per il potenziamento del Laboratorio Centrale della Banca Dati Nazionale del Dna, nell’ottica di migliorare gli strumenti di indagine: «La tecnologia avanza, la criminalità lo sa bene e per questo lo Stato non può restare indietro», ha detto in una nota Andrea Delmastro

Inoltre è allo studio un intervento normativo finalizzato a stanziare le risorse necessarie per assicurare stabilmente gli interventi di potenziamento del laboratorio.

Illeciti disciplinari

Il ministro Nordio, rispondendo a una interrogazione di Maurizio Gasparri, è tornato a parlare degli illeciti disciplinari dei magistrati e ha detto che «c’è l'intenzione di rimettere mano al novero degli illeciti disciplinari previsti dalla legge» per i magistrati perché «purtroppo, non può non constatarsi che sempre più frequentemente singoli esponenti dell'ordine giudiziario ritengono di poter assumere pubblicamente posizioni politiche o di poter partecipare ad iniziative su temi politicamente sensibili, con un atteggiamento di forte contrapposizione all'azione di governo. Non si tratta, lo si ripete, di negare ai magistrati i diritti di libertà di manifestazione del proprio pensiero e di partecipazione politica, ma solo di fare in modo che tali diritti vengano esercitati nel pieno rispetto dei principi, di pari rango, di terzietà ed imparzialità della funzione giurisdizionale e di leale collaborazione tra le istituzioni».

La sede per farlo dovrebbe essere una legge ordinaria derivante dall’articolo 4 del disegno di legge sulla separazione delle carriere, in cui determinare gli illeciti disciplinari, le relative sanzioni, la composizione dei collegi e le forme del procedimento disciplinare nonché di stabilire le norme necessarie per il funzionamento dell'Alta Corte.

Il ministro ha chiarito la sua intenzione di valutare anche l’ipotesi di reintrodurre nell’ordinamento anche il divieto per il magistrato di «tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell'istituzione giudiziaria», con la previsione di un illecito disciplinare extrafunzionale.

Se così sarà, lo scontro con le toghe è garantito. Il tema, infatti, è di aperto dibattito negli ultimi mesi, in particolare in vista del referendum proprio sulla separazione delle carriere. Il segretario di Area, Giovanni Zaccaro, ha detto che «la imparzialità del magistrato si debba verificare nel processo e nella motivazione delle decisioni» e «preoccupa però che il Ministro agiti il manganello disciplinare per i magistrati che partecipano, con la dovuta continenza, al dibattito pubblico in materia di Giustizia e diritti. Sarà forse che ha paura che qualcuno spieghi ai cittadini perché la Giustizia funziona male e perché la riforma Nordio è pericolosa?».

Giustizia tributaria e IA

La banca dati della giustizia tributaria sta utilizzando nuovi modelli di ricerca avanzati grazie all’intelligenza artificiale.

Oltre 580 mila sentenze tributarie sono consultabili gratuitamente e liberamente - con filtri avanzati di ricerca più efficaci - all'interno della banca dati della giurisprudenza tributaria, a partire dalle sentenze native digitali emesse nel 2021, fino a quelle depositate nel febbraio 2025 ed in continuo aggiornamento.

«Attraverso l'intelligenza artificiale, le pronunce vengono emendate dai dati personali e da altri riferimenti utili per l'identificazione delle stesse, senza pregiudicarne l'intellegibilità», si legge nella nota. L'obiettivo del progetto è potenziare la divulgazione delle decisioni giudiziarie con piattaforme tecnologiche avanzate liberamente accessibili.

Sentenza Delmastro per il caso Cospito

«La tesi che l’imputato non fosse consapevole che le notizie da lui insistentemente richieste e comunicate all’onorevole Giovanni Donzelli fossero coperte dal segreto d’ufficio non può essere condivisa: difetta di credibilità ed è sfornita di prova». È un passaggio delle motivazioni della sentenza che ha condannato Delmastro Delle Vedove a 8 mesi per rivelazioni di segreto d’ufficio, a un anno di interdizione dai pubblici uffici con pena sospesa.

Nelle motivazioni della sentenza di condanna del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, non c’è solo valutazione dell’elemento soggettivo, la disputa sulla natura dolosa o meno della condotta di rivelazione del segreto, ma emergono giudizi che chiamano in causa il governo e la compatibilità dell’esponente di Fratelli d’Italia con quel ruolo.

La Consulta sul disciplinare forense

La Corte costituzionale ha stabilito che è costituzionalmente illegittima la disposizione della legge forense che prevede che durante il procedimento disciplinare a carico dell'avvocato non può essere deliberata la sua cancellazione dall'albo, richiesta dallo stesso professionista.

La questione era stata sollevata dalle Sezioni unite della Corte di cassazione nell'ambito di un giudizio concernente il rigetto dell'istanza di cancellazione dall'albo, avanzata da un avvocato in considerazione delle gravi patologie che gli impedivano di svolgere la professione, rigetto motivato dall'Ordine forense in ragione della pendenza di diversi procedimenti disciplinari a suo carico. 

Secondo la sentenza costituzionale, il divieto di cancellazione dall'albo (pur mirando a scongiurare il rischio che, con la rinuncia all'iscrizione, l'iniziativa disciplinare possa essere vanificata), comporta che, per l'intera durata del procedimento, l'avvocato non possa esercitare i diritti e le libertà di rango costituzionale.

Digitalizzazione del processo penale

Il ministro Nordio ha garantito che la digitalizzazione del penale, almeno per quanto riguarda tutto il primo grado, dovrebbe compiersi entro l’anno.

Nomine al Csm

Uffici semidirettivi:

Presidente sezione corte appello Venezia: nominata Cristina Cavaggion, attualmente consigliere corte appello Venezia

© Riproduzione riservata